Il Venerdì Santo è da sempre una giornata particolare per tutti i cristiani, giornata di digiuno e preghiera, di silenzio e commemorazione. Gesù crocifisso muore per la salvezza del mondo. Il suo sacrificio vince il peccato e apre nel cuore dell’uomo la prospettiva della vita eterna. In tutte le Comunità della Diocesi di Alghero-Bosa questo appuntamento non sarà svalutato dalle restrizioni che i Decreti impongono, ma sarà vissuto in modo adeguato grazie alle possibilità che la rete offre, cercando di accorciare quelle distanze che, in questo periodo, caratterizzano la nostra quotidianità.
Il cielo di Alghero, conosciuto per i suoi azzurri nitidi e per i suoi tramonti caldi e sfumati in mille colori, la sera di Venerdì Santo è coperto da un velo rosso. Lo stesso colore che avvolge di mistero i riti della “Setmana Santa”, per ricordare il sacrificio di Dio incarnato e per offrire anche visivamente il senso di una comunità che si riversa in preghiera lungo le vie del centro, accompagnando con fiducia e speranza la processione che si completa nella Cattedrale dell’Immacolata Concezione, dove si ripete il suggestivo rito del “Desclavament”. Per le limitazioni e le condizioni di sicurezza vigenti non sarà possibile riproporre né l’innalzamento, né il discendimento dalla Croce del Cristo, in quanto le operazioni richiederebbero una presenza di persone superiore a quella consentita.
La Confraternita della Misericordia si occuperà di trasportare il Santcristus in forma privata e su un furgone chiuso dalla Chiesa della Misericordia alla Cattedrale dell’Immacolata Concezione.
Gli algheresi resteranno a casa, e il fiume rosso dei loro “farols”, le fiaccole rosse che impugnano durante la processione, saranno sostituite da una lucina rossa accesa nelle proprie abitazioni. È l’invito che rivolgono a tutti i cittadini la Diocesi di Alghero-Bosa, il Comune di Alghero, la Confraternita della Misericordia e la Fondazione Alghero. Le tante luci delle case si uniranno all’illuminazione rossa della Cattedrale e della torre di Sulis. Ma per rafforzare quel senso di comunità unita in preghiera la Fondazione Alghero propone a tutti i cittadini di ricordare le “Setmana Santa” del passato, lontano o recente, attraverso parole foto e immagini che saranno diffuse e condivise tramite i social network di Alghero Turismo. Moltiplicando gli sforzi e grazie al supporto della tecnologia, la “Setmana Santa” è diventata un momento di incontro virtuale attraverso i canali comunicativi della Diocesi e della Fondazione, tramite Media-live di Marco Saccu e le emittenti locali.
Il Vescovo Mauro Maria Morfino, Venerdì Santo, presiederà due celebrazioni che permetteranno a tutti i fedeli di accostarsi al crocifisso e adorare il corpo esanime del Cristo. Alle ore 16.00 sarà trasmessa in diretta streaming dal sito diocesano e sui canali televisivi Catalan TV (18 DDT) e Sardegna 1 (19 DDT) l’Azione liturgica della Passione e Morte di Gesù. Il Santcristus, la figura lignea di Gesù custodita nella Chiesa della Misericordia, sarà presente nella Cattedrale dell’Immacolata Concezione già innalzata sulla Croce.
Alle ore 19.30, in diretta su Videolina, Padre Mauro Maria guiderà la paraliturgia “Intorno al Bressol”, la culla dorata sulla quale verrà adagiato il Santcristus. Questo inedito Divendres sant sarà un momento di preghiera e di alto spessore culturale frutto del dialogo del Vescovo Mauro con gli artisti locali che attraverso la musica e il canto vogliono infondere la speranza. La Sacra rappresentazione sarà animata dalla cantante Franca Masu che, insieme agli attori Ignazio Chessa e Gianfranco Corona, presterà la sua voce ad alcune letture meditative preparate dal Vescovo e tratte dal testo “Dio smascherato”. L’artista catalana sarà accompagnata nel canto dalla musica dei maestri Dario e Riccardo Pinna, rispettivamente al violino e all’organo, e dal contrabbasso di Salvatore Maltana. L’allestimento sarà curato dalla creatività di Tonino Serra.
Il momento celebrativo ci invita tutti a pregare nel silenzio profondo di Gesù deposto dalla Croce, con il pensiero rivolto anche a tutte quelle famiglie che nella desolazione hanno dovuto affrontare, per via della pandemia, la morte di un proprio congiunto, non potendo celebrare le esequie come la pietà cristiana ci ha tramandato.